OSPITE - Festa della reciprocità!
SABATO 25 AGOSTO, SERRA DE' CONTI - dalle 18:45 alle 02:30

Laboratorio d’immaginazione del sé e dell’altro che mette l’accento sulla possibilità di relazione sinergica tra ospite ed ospite, tra natura e uomo.
Tramite la manipolazione di materiali di origine naturale che incontreranno altri materiali di fattura umana, realizzeremo una maschera, connubio ed equilibrio perfetto!

Il mio interesse per la parola come origine, prima di essere voce, risale a diversi anni fa quando vedevo l’atto vocale unito al perforamento di una membrana di carta che dava come risultato l’immagine di tracce di segni definiti e indefiniti dai fori provocati. Nel tempo si sono aggiunte altre immagini che continuano a portarmi verso un percorso a me ancora sconosciuto.

da appunti
1992 - le parole non bastano e i numeri finiscono
12 aprile 2010 - le parole verranno se servono se spingeranno per entrare
le parole verranno o rimarranno chiuse dentro di me libere di muoversi oltre ogni regola percorrendo percorsi inversi che conducono al silenzio quel silenzio che vorrebbero spiegare le parole verranno se spingeranno per uscire se sentirò il bisogno di dar voce
dentro di me al centro sul mio petto un peso quel peso che vorrebbero spiegare peso che è il limite tra dentro e fuori quel peso che è respiro spinta fatica soffio senza origine peso sospeso gravità senza direzione senza direzione
2014 - la parola che esce che fora tanto quanto basta per sopportare il peso della parola dentro peso come luce
- corre labbra chiuse e le parole corrono apro gli occhi non è quello non è quello di getto parla delle cose corre la parola dentro corre devo rallentare la inseguo dove si nasconde
- qual è la parola che mi manca qual è qual è la parola che mi manca
- la parola dentro ombra di quella detta
- non è più parola non è più parola non è più parola

Il tema dell’ospitalità è molto caro alle comunità monastiche, che l’hanno praticata da sempre. In particolare il Monastero di S. Maria Maddalena di Serra de’ Conti (da cui il Museo trae le collezioni di oggetti) è stato ricovero di pellegrini e viandanti e fino ai giorni nostri esso era dotato di una foresteria. La fraternità, atteggiamento che caratterizza la vita dei monaci e delle monache, non si esaurisce nell’ambito ristretto dei confratelli e delle consorelle, ma si espande verso il mondo esterno anche attraverso l’ospitalità. In un monastero ospitalità significa offrire a chi bussa ristoro del corpo e ristoro dell’anima. Ecco dunque che verranno riproposte le due modalità di ospitalità in due luoghi di accoglienza: nel punto “ristoro del corpo” , il giardino d’ingresso del museo, si proporranno delle pietanze semplici e tipiche della zona o prodotti monastici che potranno essere acquistati dagli ospiti.
Nel punto “ristoro dell’anima”, il cortile interno del museo, invece saranno allestite delle sedute per sostare, immergersi nella meditazione e leggere frammenti di testi e poesie proiettati o appesi agli alberi. Di tanto in tanto, cantanti di passaggio intoneranno antifone e salmi. Verranno messi a disposizione anche alcuni libri in visione sui temi dell’ospitalità, della meditazione e del riposo. Lo spazio potrà essere fruito liberamente dagli ospiti.

“Paseo Cosmico” è il primo concept album di Rokeya: un viaggio o meglio una passeggiata “cosmica”. Passi all’interno di un universo fatto di suoni antichi, sogni remoti e visualizzazioni future. Ogni traccia un pianeta, ogni pianeta un macrocosmo pulsante di vibrazioni multietniche. Un lavoro viscerale che si fonda sulla contaminazione musicale di strumenti ancestrali contrapposti a quelli digitali.
Una produzione che è puro istinto, lo stesso delle tribù: un rito per connettersi al proprio io e non solo.
Ogni pianeta/traccia ha la sua totale identità che non si basa sull’immaginario collettivo scientifico della galassia ma su di una visione esente da schemo prestabiliti.
Un album puramente introspettivo che invita a farne parte ballando come se nessuno ti stesse guardando.

*Ingresso 10 euro. Posti limitati, prenotazione obbligatoria 3896577822.
Ritiro biglietti presso Ufficio Turistico a partire dalle ore 20

Una produzione del Teatro Rebis
in collaborazione con Festival Nottenera di Serra de’ Conti, Festival Macerata Racconta, Kilowatt Festival di Sansepolcro, Armunia di Castiglioncello_Festival InEquilibrio Esploso, Spazio Dodo di Colle Val D’Elsa, Spazio Matta di Pescara, L’Appartamento A.R.C.I. di Firenze, Interno 5 e Teatro Area Nord di Napoli, A.M.A.T. (Associazione Marchigiana Attività Teatrali), Comune di Montemarciano, Regione Marche

‘Il Papà di Dio ha un diavolo per capello: suo figlio è irrecuperabile. Non ne combina mai una giusta. Non a caso suo figlio ha voluto creare il suo Universo senza prima studiare! E qual è il risultato? Questo Universo qua! Il nostro. Un Universo dove si soffre, ci si ammala e si muore. Un Universo dove si lavora e si suda. Un Universo tutto sbagliato. Non come quello del Papà di Dio. Un Universo meraviglioso. Dove non esiste morte, dolore né fame. Dove non si deve lavorare né faticare. Dove i soldi non esistono così come i poveri. Ma Dio non ha voluto ascoltarlo. Ed ecco qua con che razza di Universo ci ritroviamo! Riuscirà Dio a farsi accettare da suo Papà? E suo Papà riuscirà a comprendere e capire il nostro povero Dio?’. (dalle note di maicol&mirco al libro IL PAPA’ DI DIO, Ed. Bao Publishing).

Questa è la trama nella sua scabrosa semplicità. La morale è, principalmente, che creare non è mai sbagliato, che crescere è difficile e essere genitore pure. Poi ci sarebbero molte altre questioni, ma ci guardiamo bene dal risolverle, anche se Satana qualcosa spiffera sempre…

Nel testo originale, a dare ritmo alla narrazione è la pagina bianca. Un segno vertiginoso e prenatale in cui perdersi, scavando nel sognare di un Dio sgraziato e innocente, còlto nel Tempo della sua infanzia ribelle e sedotto dalla demonica urgenza di creare.
Se Pasolini auspicava nelle sue opere l’avverarsi della ierofania, cioè l’apparizione del sacro nel quotidiano, maicol&mirco disegnano l’epifania opposta, cioè l’apparizione del quotidiano nel sacro.
Il Teatro Rebis tenta una fallimentare sintesi: la congiunzione dei punti limite di questo doppio movimento, assumendo come fuochi di questa ellissi del pensar lontano, la comicità e la poesia.
Comicità tenera e sgangherata, ispirata soprattutto alla tradizione dell’avanspettacolo, filtrata dalle quelle avanguardie artistiche che si riconoscevano nella dialettica tra Alto e Basso, nobiltà stracciona e raffinato sberleffo.
Poesia seguendo l’assunto di Novalis: ‘Poetare è generare’. Abbiamo così tentato di penetrare le forme/parole germinali e telluriche di Dylan Thomas, come le visioni/preghiere/gorghi di Jakob Boheme, mistico e teosofo ciabattino del ‘600, che rintracciava l’origine del Bene nel Male e quella di Dio nel Nulla.
Dunque un’opera buffa che si trasforma in mitodramma, e viceversa.

Dante Ferretti, nato a Macerata nel 1943, è scenografo italiano più volte Premio Oscar. Sostenitore di una estetica del ’meraviglioso’, si è mosso attraverso le diverse epoche con una libertà che ha sfiorato talvolta la trasgressione storica, rivoluzionando il panorama della scenografia cinematografica dapprima in patria, al fianco di registi come Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini, e poi fuori dai confini nazionali. Intuizioni geniali come il labirinto verticale in Il nome della rosa (1986) di J.-J. Annaud, la forza visionaria espressa nel kolossal fantasy Le avventure del barone di Munchausen (1989) di T. Gilliam, la capacità di trasfigurare città e quartieri nelle ricostruzioni realizzate per i film di Martin Scorsese hanno fatto di lui uno dei più brillanti scenografi del cinema mondiale. Premio Oscar, con la moglie Francesca Lo Schiavo, nel 2005 per The aviator di Scorsese e nel 2008 per Sweeney Todd di T. Burton, ha curato la scenografia di Shutter Island (2010) e Hugo (2011) fra gli altri suoi capolavori. Nel 2013 il MoMA di New York gli ha dedicato la personale Dante Ferretti. Design and costruction for cinema per i suoi 70 anni.
(Fonte: Treccani online)
Nel 2015, per l’Expo di Milano, ha realizzato Il popolo del cibo, installazioni alte 3,5 metri ispirate alle opere del milanese Arcimboldo. Per Marcheiperespressioniste arriva a Serra de’ Conti Enolo, una delle opere che Ferretti realizzò appositamente per l’Esposizione di tre anni fa.

Per la prima volta le tavole de IL PAPA’ DI DIO in mostra. Insieme a una spietata selezione di Scarabocchi originali. Venite a vedere quanto è difficile la semplicità.
L’inaugurazione della mostra coinciderà con la conversazione con l’autore alla presenza di con Alessio Trabacchini (storico del fumetto), Rubina Giorgi (poetessa e filosofa), Enrico Piergiacomi (studioso di filosofia antica e di teatro).
Coordina Sabrina Maggiori (Direttrice artistica di Nottenera)

Dopo undici anni passati assieme durante ogni estate, e in onore di questa nuova formula Nottenera Ospite, facciamo festa! Invitiamo tutti i musicisti e i partecipanti ai workshop che hanno collaborato con noi, quelli che risiedono in zona ma anche quelli che ci hanno raggiunto da molto lontano, da tutta Europa! Noi, ospiti viaggiatori, vogliamo offrire una festa alla comunità che sempre ci ha accolti, una festa che invita ad unirsi nel nome della improvvisazione musicale, della danza, del canto. Aspettiamo tutti coloro che vogliono celebrare in modo selvaggio e creativo le bellezza dell’incontro e della relazione.

Danzeremo e creeremo insieme la musica di questa festa aperta, liberamente guidati da Moss Beynon Juckes e Javier Cura.

Unitevi a noi con amici, familiari, bambini e nonni!

Le persone che entrano in questo museo non sono dei semplici visitatori, ma degli spettatori attivi, invitati a calarsi nei panni di diversi personaggi protagonisti di un percorso teatrale audioguidato. Attraverso il racconto di piccoli avvenimenti quotidiani si ripercorrono le tappe fondamentali della storia del monastero, in un periodo compreso tra il secolo XVI ed il secolo XX. Le voci registrate di alcune attrici accompagnano il visitatore per una conoscenza approfondita e consapevole della realtà spesso insondabile della clausura.

PRESENTANO IL LORO ULTIMO DISCO ROB A BANK
Dodici tracce che si susseguono eteree e sognanti intorno alla voce morbida e suadente della Amati, che colora di sfumature in chiaroscuro le melodie dal ritmo ipnotico e dalle sonorità trip hop.
Comaneci costruiscono un lavoro elegante e complesso, con arrangiamenti di intenso equilibrio e con un uso efficace ed espressivo dei vari strumenti e dell’elettronica.