Domenica 21 novembre ore 18:30 - Diretta ZOOM
Racconto della creazione di un’opera. Conversazione
Un chant d’amour è la nuova produzione del Teatro Rebis che prende spunto dai cosiddetti ‘fatti di Macerata’, accaduti tra gennaio e febbraio 2018, filtrati attraverso la pièce I Negri di Jean Genet, di sessant’anni precedente, rielaborata e allestita in forma di teatro d’arte di burattini, in collaborazione con il Teatro Medico Ipnotico di Parma. continua a leggere
Dal 05 al 10 ottobre 2021 - Serra de' Conti
Residenza
Dopo le chiusure forzate dovute alla pandemia, la semi-riapertura dei teatri e la scoppiettante ripartenza estiva dello spettacolo dal vivo hanno creato in me un imperante desiderio di silenzio. continua a leggere
Dal 22 al 30 luglio 2021 - CEx Bar Centrale _ Serra de' Conti
Residenza Atelier
In collaborazione con Novissima Compagnia del Buratto e Strane Dizioni.
La terza residenza porta a Serra de’ Conti un giovanissimo e talentuoso artista che ha deciso di vivere e far vivere il suo atelier come un luogo di ricerca a più voci. Simone Carraro sarà affiancato dalla Nuovissima Compagnia del Buratto e da Strane Dizioni per indagare anche le forme tridimensionali e il suggestivo mondo della serigrafia.
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Dal 18 al 21 luglio 2021 - Chiesa San Michele _ Serra de' Conti
Residenza Atelier
Durante la sua residenza Nottenera, Elena Hamerski porterà alla conclusione il ciclo di opere già realizzate nato nel 2019 dal titolo Anime, nel quale piante nere realizzate in carta ritagliata, olio di lino e pigmento nero vengono assemblate mediante cucitura con filo di cotone nero. continua a leggere
10/17 luglio 2021 - Ex Bar Centrale _ Serra de' Conti
Residenza Atelier
Il 10 luglio prendono avvio tre residenze d’artista che si inscrivono nel solco della relazione e del dialogo col territorio, tra queste Manuela Santini, che, come gli altri artisti visivi, abiterà Serra De’ Conti con un’attitudine di ricerca e di creazione. continua a leggere
Residenza
Dopo le chiusure forzate dovute alla pandemia, la semi-riapertura dei teatri e la scoppiettante ripartenza estiva dello spettacolo dal vivo hanno creato in me un imperante desiderio di silenzio.
L’improvvisa (e improvvisata) mole di eventi organizzati e realizzati in Italia, comprensibilmente dovuta a necessità espressive o anche solamente economiche, mi ha distaccato da un mondo che amo e che devo ritrovare in me.
Nottenera ha sempre rappresentato un rifugio privilegiato per i miei studi, le scritture, le regie, le metamorfosi della poetica che scavo da anni.
In questa tempo di residenza proverò a riallacciare le fila di un discorso ferito, per mettere in chiaro un’altra prospettiva – sia creativa che politica.
Durante la settimana di permanenza a Serra de’ Conti è previsto un ‘baratto’ culturale per l’ospitalità ricevuta, venerdì 8 ottobre alle ore 18 presso l’Ex Frantoio Tivittori, in forma di un incontro incentrato sulla tutela dei lavoratori dello spettacolo.
Ci si confronterà sull’esperienza di C.A.M. (Coordinamento Artisti della scena Marchigiana), di cui in questi mesi di clausura e di rivendicazione dei diritti professionali della nostra categoria sono stato uno dei portavoce, e sulle proposte programmatiche in lavorazione, che riguardano essenzialmente la costruzione di un paesaggio teatrale marchigiano intessuto di collaborazioni, competenze e progettualità, una costellazione di reti come strategia di rilancio del panorama culturale marchigiano e non solo.
Il Teatro Rebis è un progetto artistico ideato e diretto dal regista Andrea Fazzini, nato nel 2003 a Macerata.
La poetica della compagnia è focalizzata su un linguaggio interiore, che guarda alla realtà da un punto di vista figurale, visionario, sbilanciato.
Vincitore dei premi Claudio Gora di Roma, con lo spettacolo Il dolce miraggio di Ulisse, Rota in festival di Mercato San
Severino (BN) con Lucky e Pozzo, Fringe2Fringe di Napoli con di una specie cattiva, spettacolo ispirato alla vita e alle
opere di Sylvia Plath, finalista del Primio In-Box 2017 di Siena Scarabocchi.
Ha rappresentato i suoi spettacoli in Italia e all’estero (Romania, Francia, Svizzera, Germania, Senegal) con partecipazioni
ad importanti festival, tra i quali Sant’arcangelo dei teatri, Volterra teatro, Ars Amando, Nutrimenti Terrestri, Teatri
di Vetro, Orestiadi di Gibellina, Mirabilia Festival, Napoli Fringe Festival.
Sin dal principio il Teatro Rebis si dedica anche ad attività di divulgazione culturale e artistica, attraverso l’organizzazione
di festival pluriennali (Limen Festival; Ci si incontra così, per miracolo; Che razza di sogni; Defigura) e la conduzione
di numerosi corsi e laboratori rivolti principalmente alle scuole e a situazioni di marginalità sociale.
Tra i progetti condotti in ambito formativo, si distinguono quello realizzato con il Gruppo Teatrale Clorofilla di Jesi,
associazione composta anche da persone con disabilità fisica e cognitiva, con il quale si arriva, attraverso un lavoro
pluriennale, alla realizzazione dello spettacolo Ombra profonda siamo, ispirato all’Ubu re di Alfred Jarry, e la collaborazione
con l’ong G.U.S. di Macerata, con cui, attraverso percorsi laboratoriali, realizza spettacoli e documentari con migranti
richiedenti asilo politico (Strano, Si parte da una mancanza, Dwo Boye, P. - Papier Paper Papel).
Tra i progetti teatrali dedicati ai bambini e agli adolescenti due produzioni hanno conosciuto un numero considerevole
di repliche su territorio nazionale, sempre seguite da incontri e laboratori: Microcosmi (sul tema dell’educazione ambientale)
e Da Venerdì a Domenico, il viaggio di Robinson Crusoe (sul tema dell’incotro con l’altro e dell’integrazione).
Con il sostegno del “Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci” di Palermo, il Teatro Rebis ha inoltre iniziato un
percorso volto alla sperimentazione di una proposta laboratoriale che unisca l’approccio educativo della maieutica reciproca
alla pratica teatrale, con progetti realizzati in scuole di ogni ordine e grado. Tale percorso di ricerca è divenuto una
delle azioni fondanti il progetto “La mia scuola per la pace” promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili de Comune
di Macerata e dal 2011 si è sviluppato attraverso laboratori e incontri fino a divenire un progetto caratterizzante la ricerca
artistica stessa della compagnia e a svilupparsi nel progetto Ciascuno cresce solo se sognato – forme di educazione creativa
a un mondo nonviolento.
Il progetto è da intendersi quale percorso educativo non formale che possa essere gradualmente assorbito nel percorso
scolastico tradizionale, al fine di sostenere alunni e insegnanti nella scoperta del potenziale creativo che si manifesta
in ciascuno nella ricerca di una comunicazione più libera e autentica.
Dal 2006 al 2015 l’associazione ha gestito autonomamente il Teatro di Villa Potenza (Macerata), organizzando rassegne di
teatro indipendente (Giochi d’alma, dal 2011 Palpitare di nessi), e incontri, seminari e laboratori teatrali condotti
da alcuni tra i maggiori artisti della scena teatrale nazionale e internazionale.
Dal 2007 il Teatro Rebis fa parte del LGSAS (Libero Gruppo di Studio di Arti Sceniche), diretto da Claudio Morganti.
Andrea Fazzini è presidente dal 2004 di FOR.MA.T.I. (Forum Marche Teatri Indipendenti), ed è stato co-direttore del festival
Non ho tempo e serve tempo, dedicato, dal 2006 al 2008, rispettivamente ad Antonio Neiwiller, Demetrio Strato e Danilo Dolci.
Le ultime produzioni sono Nella Moltitudine_poesie di Wislawa Szymborska, io non so cominciare_requiem per Danilo Dolci,
spettacolo selezionato all’interno dell’e45 Napoli Fringe Festival, Signorina Else, dall’omonimo romanzo di Arthur Sczhnitler,
Cosa vien dopo?, spettacolo per bambini tratto dalle poesie illustrate di Toti Scialoja e Scarabocchi, tratto dai fumetti di maicol&mirco.
Residenza Atelier
La terza residenza porta a Serra de’ Conti un giovanissimo e talentuoso artista che ha deciso di vivere e far vivere il suo atelier come un luogo di ricerca a più voci. Simone Carraro sarà affiancato dalla Nuovissima Compagnia del Buratto e da Strane Dizioni per indagare anche le forme tridimensionali e il suggestivo mondo della serigrafia.
Tra gli sterpi si aggira solitario l'arlecchino vestito di foglie, resiste alle radiazioni nocive di quell'epoca folle che ha ormai dimenticato. E' l'uomo selvatico, o meglio, l'uomo salvato. Nella mitologia popolare questa grottesca figura, la cui origine si perde nelle più incontaminate foreste, è l'archetipo di colui che allontanandosi dalla frenesia della civiltà riscopre nella vita silvestre quegli arcaici saperi perduti che gli consentono di sopravvivere in simbiosi con la selva che lo ospita. E' da questa creatura che evolverà, nel corso dei secoli, la figura di Arlecchino, del vagabondo girovago per le campagne, e dalla quale non si discosta di molto l'emblematico Padre Orsi, personaggio ben noto e amatissimo ai cittadini di Serra de’ Conti
Il forte spirito critico ed eversivo, la profonda conoscenza del mondo naturale e dei suoi possibili utilizzi, l'inevitabile condanna da parte del potere e la conseguente condizione di esilio e di isolamento, sono questi alcuni dei punti che uniscono l'uomo selvatico a Padre Orsi. Monaco nato a Monte San Vito nel 1769, insofferente nei confronti della vita monastica e del conformismo generale , dedicò l'intera vita alla sperimentazione di nuove tecniche agricole e alla difesa dei boschi di querce dall'avanzare incontrollato delle monoculture di grano. La sua disobbedienza e la sua stravaganza gli costarono spesso l'esilio sino all'isolamento in cella, nella quale morì tentando la fuga a 67anni.
‘La mia partecipazione visiva a NottenerAnima vuole essere un tributo a questo personaggio senza imprigionarlo nella sua storicizzazione ma al contrario rendendolo libero di confondersi allegoricamente con i suoi simili di epoche differenti. In questo senso realizzerò un grande spaventapasseri che lo rievoca. Con la sua statica e solitaria presenza, radicata al terreno, il fantoccio si pone a custodia delle arnie di api, nelle quali, come prezioso miele, sono conservate le tavole enciclopediche degli antichi saperi contadini.
La mostra che nascerà da questa residenza aprirà il 30 luglio all’interno dell’Ex Bar Centrale e sarà visitabile fino al 31 agosto su prenotazione chiamando l’Ufficio Turistico.
Simone Carraro nasce a Treviso nel 1995. Affascinato dal simbolismo dei bestiari antichi e dai trattati scientifici e di cultura popolare, basa la sua ricerca sull’interazione tra immagine e scrittura analizzando quelle situazioni spesso marginali in cui il rapporto intrinseco tra uomo e natura non è un lontano ricordo ma una realtà quotidiana. Per la realizzazione delle sue opere intercetta le caratteristiche faunistiche, floristiche e della cultura popolare e contadina, in relazione all’ambiente in cui interviene, traducendole attraverso il proprio codice allegorico in forme figurative e verbali. E’ attivo anche nel campo della performance musicale e della costruzione di strumenti elettroacustici utilizzando materiali di recupero. E’ da queste pratiche che si sviluppano diverse collaborazioni e progetti di performance musicale,teatro di figura e installazione sonora con l’obbiettivo di addentrarsi nella molteplicità delle possibilità sonore e di creare spettacoli dal vivo che forniscano nuove chiavi di lettura del mondo musicale.
E' un carretto errante dall'andamento ucronico
E' una maldestra bambinaia che allatta i randagi dello scompiglio
E' una giostra di suoni e figure che si serve dei suoi artefici per soddisfare l'innata necessità incarnatoria. E' un gioco di ruoli in cui i personaggi si azzuffano ,sghignazzano e si raccontano attraverso rigurgiti sonori e vibrazioni primordiali, indossando maschere bizzarre per nascondere il meno possibile quello che c'è sotto.
Noi non sappiamo niente.
Accomodiamoci e godiamoci lo spettacolo!
Residenza Atelier
Durante la sua residenza Nottenera, Elena Hamerski porterà alla conclusione il ciclo di opere già realizzate nato nel 2019 dal titolo Anime, nel quale piante nere realizzate in carta ritagliata, olio di lino e pigmento nero vengono assemblate mediante cucitura con filo di cotone nero. Piante nere, fantastiche, tutte diverse tra loro e non riconducibili direttamente a nessuna specie morfologicamente esistente in natura. Queste essenze nere nascono dall'esigenza di catalogare il sentire esistenziale, umano, del mondo interiore. Sono piante che per il loro colore innaturale si mostrano come reperti di una vita già vissuta, memorie fossili dalla forma mutabile, riflessi subacquei e flessuosi che chiedono, quasi “urlano” di essere guardate e riguardate per tornare a vivere; l’invito a riconsiderarle vive e addirittura animate, a coglierne una lettura interiore, è sollecitata dalla frase scritta su un cartellino d'archivio catalogatore, apposto su ciascuna di esse.
Secondo un meccanismo poetico-animista, di eco ovidiana, ci troviamo così di fronte a una personificazione dell’essere vegetale, che chiede attenzione, comprensione, compassione da parte di chi lo guarda. Anime nasce dalla curiosità per quello stato adolescenziale di continua ricerca di attenzione da parte dell'altro, in una sorta di paesaggio interiore, dentro al quale l'opera invita a specchiarci. Nel corso del tempo il ciclo è andato arricchendosi; per questo all'interno della Chiesa di San Michele (verranno realizzati / saranno presenti) anche dei libri d'artista che esortano lo spettatore ad immergersi più profondamente in una ricerca continua dell'altro, per giungere infine alla consapevolezza concreta di sé.
‘In questa parte del lavoro mi sono servita di elementi più oggettuali contenuti all'interno del Museo di arti monastiche di Serra de Conti, entrando in un dialogo diretto con gli oggetti utilizzati o realizzati dalle monache. Questi diventano cosi elemento d'indagine diretti per un'analisi quasi terapeutica del nostro paesaggio interiore in dialogo con la nostra esistenza spirituale, e ci spingono ad una continua ricerca introspettiva del se e dell'Altro.’
La mostra che nascerà da questa residenza aprirà il 30 luglio all’interno della chiesa di San Michele e sarà visitabile fino al 22 agosto.
Elena Hamerski è nata a Forlimpopoli nel 1989. La sua ricerca è caratterizzata dall’interesse per il mondo naturale ed artificiale, un’analisi scientifica ed emotiva del mondo in cui viviamo. Dettagli tratti dal mondo naturale, a volte al confine con il mondo artificiale: piante, fiori, frutti, semi, conchiglie, animali, molecole, cellule, cartine geografiche, a volte però già intaccati dalla mano dell’uomo o degradati dal tempo. La natura è presa in esame come elemento fertile ma anche sterile del mondo. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a diverse mostre collettive in spazi pubblici e privati. Nel 2012 ha vinto il Premio Terna-sezione giovani e nel 2017 il Premio speciale Rottapharm Biotech – Biennale Giovani Monza con l’acquisizione di due grandi lavori nella Pinacoteca Civica di Monza. Nel 2015 ha ideato il progetto Change!, incentrato sullo scambio e relazione tra artisti. Interessata allo scambio e alla relazione tra artisti. Sta svolgendo una residenza d’artista presso la Fondazione Dino Zoli-Dino Zoli Group, vinta nel 2018 con Arteam Cup. Attualmente vive e lavora a Forlì.
Residenza Atelier
Il 10 luglio prendono avvio tre residenze d’artista che si inscrivono nel solco della relazione e del dialogo col territorio, tra queste Manuela Santini, che, come gli altri artisti visivi, abiterà Serra De’ Conti con un’attitudine di ricerca e di creazione.
Manuela Santini stabilirà il suo studio, dal 10 al 17 luglio, all’Ex Bar Centrale, storico locale, chiuso al pubblico da alcuni mesi, che accoglierà l’artista, i curiosi, i paesani e i turisti. Jesina di nascita, lavora e vive a Ferrara, dove cura Giardini Illustrati, un laboratorio intensivo di illustrazione e realizzazione di albi illustrati presso il Wunderkammer, oltre ad organizzare eventi legati all’illustrazione, alla grafica editoriale e alla formazione teatrale. Legata al mondo delle fiabe, alle atmosfere sognanti delle storie e delle leggende come esperienze inziatiche di crescita interiore, concentra il proprio interesse sullo studio di animali totem e sui significati che portano in sè per affiancare gli esseri umani a trovare un equilibro con la natura. In questa ottica per Nottenera ‘21 Manuela Santini creerà una grande installazione site-specific legata alla figura della megattera e al suo ruolo planetario nella produzione di ossigeno o di suoni (canti) ancestrali.
L’atelier in cui la creatura marina prenderà forma è un luogo aperto al pubblico, di relazione e di scoperta. L’opera finale sarà presentata il 30 luglio assieme ai lavori degli altri tre artisti invitati dalla direzione artistica, in una giornata di opening che avrà la forma di un percorso, di una passeggiata a tappe guidata dal giovane storico dell’arte e curatore Michela Gentili.
La mostra di Manuela Santini resterà aperta fino al 30 settembre.
Manuela Santini nasce a Jesi nel 1975 e, dopo la maturità artistica, si trasferisce a Bologna dove nel 2000 si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti, con una tesi sull’illustrazione per l’infanzia. Da lì inizia la sua attività di illustratrice. Durante gli anni ha collaborato con diversi editori italiani e stranieri: Einaudi Ragazzi, Mondadori Ragazzi, Mondadori Educational, Giunti, Edmund Monnier, Edizioni Esperia, Grimm Press, Editions Auzoue, Helbling Languages, ed altre. Da diversi anni organizza e gestisce Giardini Illustrati un laboratorio intensivo di illustrazione e realizzazione di albi illustrati presso il Wunderkammer a Ferrara. Si dedica inoltre anche ad un’altra forma d’arte: il teatro. Dal 2010 al 2018 è stata membro e cofonadore dell'Officina Teatrale Actuar di Ferrara, con cui ha collaborato come attrice realizzando e portando in scena nelle scuole e nei Teatri numerosi spettacoli di teatro per ragazzi e laboratori per bambini. Dal 2013 collabora attivamente come membro dell' Aps Basso Profilo e come membro del direttivo del Wunderkammer entrambe a Ferrara per la gestione e la realizzazione di eventi culturali legati all' illustrazione, alla grafica editoriale e alla formazione teatrale e artistica di grandi e piccini. Ora vive e lavora a Ferrara, dove continua la sua attività d’illustratrice, attrice, organizzatrice di laboratori di illustrazione e teatro per grandi e piccoli.
Pic-nic Musica Ritratti
Una collina morbida e sensuale, dall’architettura perfetta, armniosa, senza orpelli. Acqua Salata o Aqua Salsa è uno spicchio di terra ricco di storia e di storie, ai confini del Comune di Serra de’ Conti. I ritratti di Francesca Tilio si inseriranno nel paesaggio, racconteranno i volti e i corpi di chi vive la comunità e saranno la testimonianza della comunione tra essere umano ed elemento naturale. Lo scatto fotografico nutrirà una serata scaldata dall’incontro tra le persone, dalla condivisione di cibo e accompagnata da musicisti speciali e sorprendenti Scantafavole. Una giornata di ringraziamento e intimità tutta giocata sul dono. Un momento poetico e artistico tutto interno, non pubbilco, per ringraziare chi ha scelto in questi primi 15 anni di vita, di essere vicino a Nottenera donando la sua presenza e il suo aiuto come volontario o come membro del direttivo.
Francesca Tilio è fotografa e performer. Vincitrice del premio Camera d’Oro a Lens Based Art Show di Torino con il progetto di autoritratti ME² e la performance con parrucche per sole donne. Nel 2013 debutta con il Pink Project, il suo lavoro più personale, ne parlano le grandi testate italiane. Pink Project è testimonial della campagna nastro rosa della LILT 2019 (Lega Italiana Lotta ai Tumori) ed è mostra itinerante per la raccolta fondi a favore della lotta al cancro al seno. Uno dei racconti contenuti nel suo primo libro Le femmine sono numeri dispari è ora un film dal titolo Vicini (Rai Cinema).
Dal 2019 è collaboratrice per l’agenzia fotografica LUZ, Milano.
Racconto della creazione di un’opera. Conversazione
Un chant d’amour è la nuova produzione del Teatro Rebis che prende spunto dai cosiddetti ‘fatti di Macerata’, accaduti tra gennaio e febbraio 2018, filtrati attraverso la pièce I Negri di Jean Genet, di sessant’anni precedente, rielaborata e allestita in forma di teatro d’arte di burattini, in collaborazione con il Teatro Medico Ipnotico di Parma.
Nella lunga e articolata genesi di questa nuova opera, Nottenera e Serra de’ Conti sono state più volte casa attraverso varie micro residenze. Lo spettacolo è stato presentato in forma di ‘studio’ nel dicembre 2019 al Teatro India di Roma per il Festival Teatri di Vetro, ed ha debuttato nel luglio 2020 al Kilowatt Festival di Sansepolcro (AR), per poi bloccarsi a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.
In occasione dell’attuale ripresa delle rappresentazioni, come avvicinamento all’opera, scarabocchiati e ‘slacciati’ come in un taccuino, saranno narrati ed esposti dal regista Andrea Fazzini i materiali che hanno nutrito lo spettacolo. Rifrazioni delle visioni di Genet giustapposte alle scorie di quanto avvenuto a Macerata: frammenti, rarità, reperti audio e video, anomalie, incursioni, screenshot e documenti d’epoca, altro.
Nota di regia
Le schermaglie liriche dei personaggi genettiani Arcibaldo,Virtù, Villaggio, Neve, trovano riflesso in scene
complementari, concepite come quadri di Provincia, nei quali gli attori assumono le funzioni iconiche di maschere
d’attualità, seguendo soprattutto le tracce degli inneschi sociali succeduti ai fatti, quelli perlopiù elusi dai
media, i più catramosi, striscianti e grotteschi. Non uno spettacolo documentativo, quanto piuttosto, in linea
con la poetica della compagnia, una riflessione intimista, onirica e politica nel senso ‘drammatico’ del termine,
vale a dire di contrapposizione di opinioni e deliri, di azioni e visioni, di tragico e farsesco – insomma,
un canto d’amore.
Il Teatro Rebis è un progetto artistico ideato e diretto dal regista Andrea Fazzini, nato nel 2003 a Macerata.
La poetica della compagnia è focalizzata su un linguaggio interiore, che guarda alla realtà da un punto di vista figurale, visionario, sbilanciato.
Vincitore dei premi Claudio Gora di Roma, con lo spettacolo Il dolce miraggio di Ulisse, Rota in festival di Mercato San
Severino (BN) con Lucky e Pozzo, Fringe2Fringe di Napoli con di una specie cattiva, spettacolo ispirato alla vita e alle
opere di Sylvia Plath, finalista del Primio In-Box 2017 di Siena Scarabocchi.
Ha rappresentato i suoi spettacoli in Italia e all’estero (Romania, Francia, Svizzera, Germania, Senegal) con partecipazioni
ad importanti festival, tra i quali Sant’arcangelo dei teatri, Volterra teatro, Ars Amando, Nutrimenti Terrestri, Teatri
di Vetro, Orestiadi di Gibellina, Mirabilia Festival, Napoli Fringe Festival.
Sin dal principio il Teatro Rebis si dedica anche ad attività di divulgazione culturale e artistica, attraverso l’organizzazione
di festival pluriennali (Limen Festival; Ci si incontra così, per miracolo; Che razza di sogni; Defigura) e la conduzione
di numerosi corsi e laboratori rivolti principalmente alle scuole e a situazioni di marginalità sociale.
Tra i progetti condotti in ambito formativo, si distinguono quello realizzato con il Gruppo Teatrale Clorofilla di Jesi,
associazione composta anche da persone con disabilità fisica e cognitiva, con il quale si arriva, attraverso un lavoro
pluriennale, alla realizzazione dello spettacolo Ombra profonda siamo, ispirato all’Ubu re di Alfred Jarry, e la collaborazione
con l’ong G.U.S. di Macerata, con cui, attraverso percorsi laboratoriali, realizza spettacoli e documentari con migranti
richiedenti asilo politico (Strano, Si parte da una mancanza, Dwo Boye, P. - Papier Paper Papel).
Tra i progetti teatrali dedicati ai bambini e agli adolescenti due produzioni hanno conosciuto un numero considerevole
di repliche su territorio nazionale, sempre seguite da incontri e laboratori: Microcosmi (sul tema dell’educazione ambientale)
e Da Venerdì a Domenico, il viaggio di Robinson Crusoe (sul tema dell’incotro con l’altro e dell’integrazione).
Con il sostegno del “Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci” di Palermo, il Teatro Rebis ha inoltre iniziato un
percorso volto alla sperimentazione di una proposta laboratoriale che unisca l’approccio educativo della maieutica reciproca
alla pratica teatrale, con progetti realizzati in scuole di ogni ordine e grado. Tale percorso di ricerca è divenuto una
delle azioni fondanti il progetto “La mia scuola per la pace” promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili de Comune
di Macerata e dal 2011 si è sviluppato attraverso laboratori e incontri fino a divenire un progetto caratterizzante la ricerca
artistica stessa della compagnia e a svilupparsi nel progetto Ciascuno cresce solo se sognato – forme di educazione creativa
a un mondo nonviolento.
Il progetto è da intendersi quale percorso educativo non formale che possa essere gradualmente assorbito nel percorso
scolastico tradizionale, al fine di sostenere alunni e insegnanti nella scoperta del potenziale creativo che si manifesta
in ciascuno nella ricerca di una comunicazione più libera e autentica.
Dal 2006 al 2015 l’associazione ha gestito autonomamente il Teatro di Villa Potenza (Macerata), organizzando rassegne di
teatro indipendente (Giochi d’alma, dal 2011 Palpitare di nessi), e incontri, seminari e laboratori teatrali condotti
da alcuni tra i maggiori artisti della scena teatrale nazionale e internazionale.
Dal 2007 il Teatro Rebis fa parte del LGSAS (Libero Gruppo di Studio di Arti Sceniche), diretto da Claudio Morganti.
Andrea Fazzini è presidente dal 2004 di FOR.MA.T.I. (Forum Marche Teatri Indipendenti), ed è stato co-direttore del festival
Non ho tempo e serve tempo, dedicato, dal 2006 al 2008, rispettivamente ad Antonio Neiwiller, Demetrio Strato e Danilo Dolci.
Le ultime produzioni sono Nella Moltitudine_poesie di Wislawa Szymborska, io non so cominciare_requiem per Danilo Dolci,
spettacolo selezionato all’interno dell’e45 Napoli Fringe Festival, Signorina Else, dall’omonimo romanzo di Arthur Sczhnitler,
Cosa vien dopo?, spettacolo per bambini tratto dalle poesie illustrate di Toti Scialoja e Scarabocchi, tratto dai fumetti di maicol&mirco.
